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Da oltre un secolo i paesi europei oscillano tra il liberalismo e il socialismo, e viceversa; oscillazioni dovute all'incapacità di affrontare una questione fondamentale: il ruolo dello Stato. Come promuovere un ordine giusto senza limitare, allo stesso tempo, le libertà con un eccessivo intervento dello Stato? Il fascino esercitato dal socialismo si spiega in parte con la convinzione secondo cui non esisterebbe un' alternativa tra il liberalismo selvaggio e lo Stato-Provvidenza. Ma lo Stato-Provvidenza distrugge, a lungo termine, la libertà di autonomia. L'idea di sussidiarietà si inscrive in questa problematica inquieta. Essa vorrebbe superare l'alternativa tra il liberalismo classico e il socialismo centralizzatore, ponendo in maniera differente la questione politico-sociale. Essa legittima dal punto di vista filosofico i "diritti-libertà" e ritorna alle origini dei "diritti-pretesa" che presume sviati dal loro primitivo fondamento. Per questa via si perviene ad un accordo possibile e stabile tra una politica sociale e uno Stato decentrato, sia pure a prezzo di due rinunce: l'abbandono dell'egalitarismo socialista a vantaggio del valore della dignità.